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Lud nella Nebbia
di Hope Mirrlees

Collana Fantastica n. 7

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Separata da noi da abissi di tempo e dimensioni estranee, sorge l’antica città di Lud nella Nebbia, con le sue mura e i suoi vicoli, i suoi fiumi e le sue colline, ma senza spade e senza incantesimi. Ogni oggetto fatato è da tempo al bando, ogni riferimento alla magia è un tabù infrangibile.

Da qualche tempo però sempre più cittadini finiscono preda di focosi deliri e frenetiche allegrie: sintomi della tremenda intossicazione da tutti segretamente temuta: quella da frutta fatata. La stessa sorte deve toccare anche al giovane Ranulfo prima che il suo irresoluto padre, Nataniel Cantachiaro, sindaco di Lud, si decida a indagare su chi, come e perché stia illegalmente importando l’oscena merce dal Paese delle Fate, oltre le Colline contese… Ma ciò che in fondo frena mastro Nataniel non è altro che il suo cuore tormentato da una Nota musicale bellissima e terribile che, come un’intuizione preziosa, gli fa presagire gli straordinari effetti catartici che potrebbero scatenarsi sugli abitanti qualora, una volta per tutte, si riallacciasse il filo fra razionalità e magia.

Lud nella Nebbia è un romanzo del 1926 che attinge al folklore, alla storia e alla letteratura dell’area britannica e, assieme a Il Signore degli anelli – ma precedendolo di una trentina d’anni –, è uno dei lavori seminali nel genere dell’epic fantasy. A lungo tempo dimenticato, è stato riscoperto nel 1970, diventando subito un’opera di culto nei paesi anglofoni. Questa è la prima traduzione italiana.

Traduzione di Lucrezia Pei.

Prefazione di Neil Gaiman.

Illustrazioni di Gaia Eloe Cairo.

A due anni di distanza dall’ultima uscita, torna la nostra collana Fantastica e lo fa portando per la prima volta in Italia il fantasy Lud-in-the-Mist (1926) della scrittrice britannica Hope Mirrlees. Il romanzo, pubblicato nel Regno Unito dalla casa editrice W. Collins Sons & Co. Ltd., fu accolto positivamente dalla critica ed ebbe un certo successo, tanto che nel 1927 uscì anche negli Stati Uniti in una raffinata edizione della Alfred A. Knopf.
Hope Mirrlees, che proveniva da una famiglia di ricchi industriali e aveva frequentato l’università (in un’epoca in cui a poche donne era consentito), era una figura letteraria emergente del modernismo. Aveva già pubblicato Paris: A Poem per la Hogarth Press di Leonard e Virginia Woolf e due romanzi. Frequentava abitualmente scrittori e intellettuali del calibro di Gertrude Stein, Bertrand Russell, Andre Gide, Walter de la Mare, Katherine Mansfield, William Butler Yeats, T.S. Eliot e la classicista Jane Ellen Harrison, con la quale visse per diversi anni ed ebbe un relazione. Ma la morte di quest’ultima nel 1928 la segnò profondamente e Mirrlees scrisse poco altro nel resto della sua lunga vita (morì nel 1978).
Caduta nell’oblio, la sua opera fu riscoperta solo alcuni decenni dopo dallo scrittore americano Lin Carter, curatore della collana Ballantine Adult Fantasy, che pubblicò Lud-in-the-Mist nel 1970. La nuova edizione fece sì che il romanzo diventasse un piccolo cult nei paesi di lingua anglofona, grazie anche al grande interesse per il fantasy che il successo mondiale de Il Signore degli Anelli di Tolkien aveva scatenato a partire dagli anni Sessanta. Ma Lud-in-the-Mist è stato fonte d’ispirazione anche per numerosi autori fantasy e di fantascienza, tra cui Elizabeth Hand, Tim Powers, Michael Swanwick. E Neil Gaiman lo ha inserito tra i suoi dieci libri preferiti di sempre, defindendolo «un piccolo miracolo dorato, uno dei migliori romanzi fantasy della lingua inglese.»

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