
Separata da noi da abissi di tempo e dimensioni estranee, sorge l’antica città di Lud nella Nebbia, con le sue mura e i suoi vicoli, i suoi fiumi e le sue colline, ma senza spade e senza incantesimi. Ogni oggetto fatato è da tempo al bando, ogni riferimento alla magia è un tabù infrangibile.
Da qualche tempo però sempre più cittadini finiscono preda di focosi deliri e frenetiche allegrie: sintomi della tremenda intossicazione da tutti segretamente temuta: quella da frutta fatata. La stessa sorte deve toccare anche al giovane Ranulfo prima che il suo irresoluto padre, Nataniel Cantachiaro, sindaco di Lud, si decida a indagare su chi, come e perché stia illegalmente importando l’oscena merce dal Paese delle Fate, oltre le Colline contese… Ma ciò che in fondo frena mastro Nataniel non è altro che il suo cuore tormentato da una nota musicale bellissima e terribile che, come un’intuizione preziosa, gli fa presagire gli straordinari effetti catartici che potrebbero scatenarsi sugli abitanti qualora, una volta per tutte, si riallacciasse il filo fra razionalità e magia.
Il romanzo, pubblicato nel Regno Unito nel 1926 dalla casa editrice W. Collins Sons & Co. Ltd., fu accolto positivamente dalla critica ed ebbe un certo successo, tanto che nel 1927 uscì anche negli Stati Uniti in una raffinata edizione della Alfred A. Knopf.
Hope Mirrlees, che proveniva da una famiglia di ricchi industriali e aveva frequentato l’università (in un’epoca in cui a poche donne era consentito), era una figura letteraria emergente del modernismo. Aveva già pubblicato Paris: A Poem per la Hogarth Press di Leonard e Virginia Woolf e due romanzi. Frequentava abitualmente scrittori e intellettuali del calibro di Gertrude Stein, Bertrand Russell, Andre Gide, Walter de la Mare, Katherine Mansfield, William Butler Yeats, T.S. Eliot e la classicista Jane Ellen Harrison, con la quale visse per diversi anni ed ebbe un relazione. Ma la morte di quest’ultima nel 1928 la segnò profondamente e Mirrlees scrisse poco altro nel resto della sua lunga vita (morì nel 1978).
Caduta nell’oblio, la sua opera fu riscoperta solo alcuni decenni dopo dallo scrittore americano Lin Carter, curatore della collana Ballantine Adult Fantasy, che pubblicò Lud-in-the-Mist nel 1970. La nuova edizione fece sì che il romanzo diventasse un piccolo cult nei paesi di lingua anglofona, grazie anche al grande interesse per il fantasy che il successo mondiale de Il Signore degli Anelli di Tolkien aveva scatenato a partire dagli anni Sessanta. Ma Lud-in-the-Mist è stato fonte d’ispirazione anche per numerosi autori fantasy e di fantascienza, tra cui Elizabeth Hand, Tim Powers, Michael Swanwick. E Neil Gaiman lo ha inserito tra i suoi dieci libri preferiti di sempre, defindendolo «un piccolo miracolo dorato, uno dei migliori romanzi fantasy della lingua inglese.»
Hope Mirrlees | Lud nella Nebbia
collana Fantastica 7
Prefazione di Neil Gaiman
Traduzione di Lucrezia Pei
Illustrazioni di Gaia Eloe Cairo
Versione Classica: Brossurato con alette f.to 14×21 cm, stampa offset 320pag. b/n e col., ril. filo refe. Con 4 illustrazioni a col. e 1 illustrazione b/n
isbn 9788899729752
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Versione Deluxe: 150 copie hardcover in edizione limitata e numerata,
f.to 14×21 cm, 320 pagine b/n e col., ril. filo refe, cartonato imitlin stampato,
sovraccoperta in quadricromia;
Con 5 illustrazioni a colori di Gaia Eloe Cairo + poster mappa allegato
Ogni copia cellofanata singolarmente. isbn 9788899729769