Una Londra brumosa e fredda, un medico che riceve una misteriosa telefonata la sera dell’ultimo dell’anno, un veleno che non perdona e un viaggio nelle terre dell’Estremo Oriente per fermare i piani criminali del terribile Fu-Mang-Yu e sgominare la sua diabolica setta. Il mistero della Sfinge Gialla è un “romanzo d’avventure”, come recita il sottotitolo dell’edizione originale del 1935, in cui però l’autore si discosta per una volta dal salgarismo imperante per prendere spunto dalle esotiche vicende del dottor Fu Manchu di Sax Rohmer, e proporre così al lettore una storia di spionaggio dai toni fantastici che è anche uno dei primi esempi italiani del genere. E gli ingredienti della formula usata da Ciancimino, dal supercattivo all’isola misteriosa dotata di avveniristici congegni difensivi, sono talmente universali che quando il noto studioso salgariano Felice Pozzo, che qui cura la prefazione, individuò notevoli corrispondenze con Il dottor No di Ian Fleming, ci fu chi ipotizzò che il padre di James Bond avesse addirittura copiato…
Ciancimino ripropose gli eroi di questo romanzo anche nel seguito Le bare di granito (1935), ripubblicato in digitale in questa stessa collana.
Prefazione di Felice Pozzo.
Illustrazione di copertina di Riccardo Fabiani.