Una giornata di scirocco a Roma può confondere i fili della memoria e del presente, come scopre Antonio, intellettuale di mezza età che dalla Puglia è andato via e scrive per il cinema. Nel maledetto giorno di scirocco Antonio viene svegliato da Vituccio, amico d’infanzia che porta con sé l’ingombrante bagaglio della provincia.
L’inerzia di un vento pazzo li trascina in incontri con prelati, tra gli splendidi resti di Villa d’Este, e li accompagna a sera nella sfavillante via Veneto che già presagisce le crepe della sua magnifica decadenza. Qui va in scena la Roma della Dolce vita in cui convivono genialità e vacuità, dissolutezza e censura, la vita per quella che è e il racconto che gli scrittori ne fanno. Roma è città eterna che «eternamente macina e tramuta la sua realtà in repertorio», o come la descrive Fellini «lupa e vestale, aristocratica e stracciona, tetra, buffonesca». Gli inganni di Sandro De Feo racconta la città di quegli anni e la storia d’amore che ogni provinciale instaura con la sua fagocitante vitalità.
Prefazione di Massimo Raffaeli.