Tino, appena uscito dal collegio, giunge a Torino per gli esami di maturità, accolto con cerimoniosa letizia nella signorile villa degli zii. Ma non ci vuole molto prima che la finta atmosfera di rilassata e innocua agiatezza alto-borghese si diradi al punto da lasciar intravedere situazioni equivoche, impenetrabili e morbose con zelo occultate fra le quattro mura. A cominciare dalla presenza del “Professore”, fratello gemello dello zio che, impazzito in Africa, è ora rinchiuso da anni in una stanza isolata: sinistro inquilino che Tino può osservare con batticuore e raccapriccio soltanto dallo spioncino della porta. E tutta la feroce realtà di cui il giovane sarà, allo stesso modo, accidentale ma indiscreto testimone è tale da farlo sprofondare in un maelström di eventi che, in pochi giorni appena, stravolgeranno la sua vita e quella di tutti.
Pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 1966, Un’anima persa è una delle opere meno note ma più rappresentative di Giovanni Arpino: romanzo disperato e tragicomico insieme, scritto in uno stile asciutto e diretto, è l’espressione di quanto degrado e sozzura possano nascondersi dietro rispettabili facciate e, in un senso più ampio, di cosa significhi davvero scoprire il mondo, in tutti i suoi orrori e le sue forme di abiezione. Dino Risi ne trasse un film con Vittorio Gassman nel 1977.
Prefazione di Bruno Quaranta.
Illustrazione di copertina di Maurizio Ceccato – Ifix